Voices of Haiti in New York - Day 5 and 6

Prendersi cura delle persone e far così la differenza, nella storia degli altri. La volontà o meno di prendersi cura del prossimo divide il mondo in due categorie: chi nutre questo slancio e si pone di fronte all’altro (non sopra né sotto, di fronte), per comprendere come e cosa sia possibile fare per lui, e chi no. È il senso del richiamo, preciso e concreto, dell’omelia di Padre Rick Frechette, nume tutelare della fondazione St. Luc, fonte inesauribile d’ispirazione per tutti e naturalmente per ABF: un «eroe dei nostri giorni», come l’ha definito due giorni orsono Andrea Bocelli, nel corso di un pubblica intervista. Domenica mattina, Church of the Blessed Sacrament: nelle prime file, i coristi haitiani, un tripudio di tuniche rosse e blu, poi Andrea, Veronica e centinaia di fedeli. Il weekend delle “Voices of Haiti” è dedicato al riposo e alla scoperta di New York. Ieri, un tuffo nell’ombelico del mondo, una passeggiata fino a Times Square, poi le corse sotto il sole settembrino a Central Park, l’allegra baraonda di “Little Italy”, infine Broadway, dove i nostri piccoli ospiti hanno potuto vivere l’esperienza indimenticabile del musical “Lion King”. La notizia dell’attentato a Manhattan ci raggiunge (e ci scuote) mentre siamo ancora in teatro. Per fortuna gli aggiornamenti sono meno drammatici del previsto. Inoltre i timori di una città blindata si rivelano eccessivi e il rientro in albergo si svolge senza particolari ritardi. L’indomani, dopo la Santa Messa, coronata dal canto di Andrea e del coro, dopo una festosa colazione in sacrestia, altre esperienze memorabili aspettano i piccoli musicisti haitiani. Un viaggio per mare fino alla Statua della Libertà, una crociera del tutto speciale (uno dei molti regali che un grande amico di Andrea, del coro e di Haiti, Bob Book, ha donato), poi la vista mozzafiato dal “Top of the Rock” del Rockefeller Center. Parla chiaro, nel corso dell’omelia, Padre Rick. Lui d’altronde, medico e sacerdote che da oltre un quarto di secolo è quotidianamente ed instancabilmente sulla barricata, a celebrare e difendere la vita, in chiesa come in sala operatoria, è abituato ad andare all’essenza delle cose. Dall’altare della chiesa nell’Upper West Side di Manhattan, lancia un forte richiamo all’impegno morale, per dare tutti il nostro contributo. Attinge alla fonte inesauribile del Vangelo, per rimarcare come chi fa bene le piccole cose, farà bene anche le grandi… Accenna al proprio vissuto di pastore e medico, parla di come tante persone di buona volontà – e tra queste, anche Andrea e Veronica – abbiano preso a cuore il futuro dell’isola… E da piccole cose, ne hanno fatto via via di sempre più grandi. Grandi quanto la ribalta delle Nazioni Unite, del Lincoln Center, del Radio City Music Hall, del “Cipriani”… E domani, della “Clinton Global Initiative”. Padre Rick cita uno dei mille casi di vita vissuta, racconta di una famiglia haitiana, afflitta da gravi problemi di salute e indigenza, e di come la vita dei loro membri sia cambiata clamorosamente, solo perché c’è stato chi si è preso cura di loro, e li ha aiutati concentrandosi dapprima sul “come”, poi agendo. Anche i bambini del coro provengono da situazioni familiari fragili e complesse. Dagli slum di Port au Prince ai Gala esclusivi a Manhattan, magari alla presenza di famiglie reali, il tragitto sembrerebbe immenso, la connessione, impossibile. Viceversa, una relazione virtuosa è non solo possibile ma auspicabile. E può fare la differenza, nella storia di questi e di tanti altri bambini. Perché dove c’è la volontà (di prendersi cura), c’è la via.